Bone Brew
 

Bone Brew

Esquema punto de cruz

de: The Stitchworks

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Halloween è anche nostro!
Ciao a tutte! In questo lunghissimo mese di ottobre (proprio la settimana scorsa facevo il conto e... Scoprivo che per quest’anno ottobre ha 5 settimane!), alzi la mano chi non ha già fatto un pensierino su Halloween... O, ancora meglio, buttato un occhio sulle tante proposte che i designer, non solo americani, anche per il 2009, hanno preparato per la festa più “spooky” (che in inglese significa proprio “misterioso/pauroso”) dell’anno
A tale proposito, ecco le ultimissime novità:

Qui, però, vorrei andare oltre il ricamo e “rivendicare” un po’ dell’origine di questa festa che, certamente, pur essendo pagana, oggi è entrata a far parte a pieno diritto anche delle nostre tradizioni. E, del resto, mi chiedo: che male c’è, con tutte le odierne brutture del nostro mondo, a permettersi – e permettere ai nostri bambini, soprattutto – un’occasione in più per fare festa??!?!?!?!!
Tanto più che Halloween deve molto più di quanto pensiamo proprio anche alla tradizione che ci è culturalmente più vicina: quella cristiana.
Più o meno tutti, infatti, sanno che la notte del “dolcetto o scherzetto” è di origine celtica. Pochi, però, si soffermano sul nome che la contraddistingue e che deriva, guarda un po’, dall’espressione “All Hallows Eve”, che in inglese significa – letteralmente – “Vigilia di tutti i Santi” (Halloween, infatti, si festeggia nella notte a cavallo tra il 31 ottobre e il 1° novembre): ed ecco qui la sua profonda connessione con una festa cristiana in tutto e per tutto, quella di Ognissanti, appunto! Ma gli interessanti intrecci con la cristianità non si fermano qui
Penso anche al rispetto per i nostri cari defunti e all’invito alla preghiera per loro di cui la cultura cristiana è profondamente pervasa e al significato più profondo di Halloween che, per i celti, coincideva con la fine dell’estate, denominata “Samhain”. Samhain si trovava in un punto al di fuori della caratteristica dimensione circolare del tempo celtica: in una dimensione che non apparteneva né all’anno vecchio, né a quello nuovo. Una sorta di “zona franca”, nella quale il velo che si credeva dividesse la terra dei morti da quella dei vivi si assottigliasse parecchio, lasciando che essi venissero in contatto gli uni con gli altri. E poiché i celti, come del resto i cristiani, non temevano i propri defunti, in quella notte lasciavano per loro del cibo sulle tavole, in segno di accoglienza per quanti facessero loro visita (da qui, l’attuale usanza del “dolcetto”). Ed ecco qui un altro profondo legame con la cultura cristiana e il suo ricordo perenne dei defunti, che nel nostro Paese è una caratteristica molto evidente: se non vado errata – ma qualche nostra amica siciliana potrà sicuramente venirmi in aiuto a proposito – in Sicilia sono addirittura i morti a portare i regali di Natale ai bambini!
Quindi, bando alle polemiche “non è una nostra festa... è la solita americanata... ecc.”: per una notte all’anno, oltre che portarle sempre nei nostri cuori come siamo solite fare, sentiamoci ancora più vicine a tutte le persone che abbiamo amato quando le avevamo qui con noi e... Anche i Santi, sia per chi ci crede, sia per chi non ci crede, ne saranno felici
E non dimenticatevi i dolcetti!!!

Alla prossima chiacchierata e... Buon ago e filo a tutte!
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